Tuesday, December 23, 2008

Il natale che è, il natale che era

Andò via, dopo aver osservato la notte che notte non era più.
Aveva osservato fiumi di luci fredde, caterve di roba mai vista e strana, un susseguirsi di visi contratti di gente che andava di corsa, rumori di ferraglia, voci volgari, esclamazioni di rabbia. Vide nei parcheggi immensi, automobili immense guidate da autisti arroganti e nervosi.
Andò via, ma volle voltarsi per l'ultima volta, quasi non credeva ai suoi occhi: vide di nuovo quell’abbaglio di colori metallici e colori prodotti da cose prodotte senza amore.
Udì nuovamente pianti di bambini, ringhia di genitori, rumore di casse che s'aprivano e si
chiudevano, voci non umane che richiamavano attenzioni, voci senza anima che scandivano un numero: ‘è il turno del numero 56’…
Natale pensò che quando credevano in Lui era quasi tutto silenzio.
E il 'quasi' erano le scarpe che bucavano la neve fresca nella notte che era notte, il mormorio lieve di un ruscello quasi ghiacciato, e a casa odori caldi e conosciuti, la nonna e la mamma che friggevano i dolci, la fiamma del fuoco che scoppiettava e ti diceva ‘rimani’, le campane della messa di mezzanotte che arrivavano insieme alle voci delle donne che si preparavano per la messa di mezzanotte. E poi le porte che s’ aprivano con le mani lasciando entrare il freddo della notte, e si chiudevano, sempre con le mani, di nuovo, lasciando entrare per un attimo quel freddo che presto ridiventava tepore.
Natale si girò di nuovo verso la Notte.
Alzò gli occhi al cielo e non vide neppure le stelle, soppiantate dalle luci della terra ormai sconvolta.
Pensò di cambiare pianeta, ovvero Cielo.
Gli venne in mente di scegliersi una Stella, dove la gente non era ancora diventata dello stesso materiale inerte di ciò che produceva.

Gert Dal Pozzo

Thursday, June 19, 2008

La vocazione degli italiani

Bisogna rifarsi sempre alla Storia. E la Storia ci dice sempre quello che sta succedendo nel presente.
In questo presente la Storia che si ripete ci ha fatto di nuovo incontrare una Vecchia Conoscenza dei libri di Storia: Benito Mussolini.
Silvio Berlusconi è diverso dal duce: nel fisico, nella forma del viso, nel modo di atteggiarsi, di proporsi.
Erano tempi diversi. Anche se probabilmente oggi il duce sarebbe costretto a avere gli stessi atteggiamenti di Berlusconi: il sorriso ostentato, l’ottimismo, la vocazione del perseguitato, il vittimismo appassionato. In comune col duce Berlusconi possiede la tendenza
spiccata al protagonismo, alla posa, al comando, al controllo totale, quindi totalitario. Non è un caso che i neofascisti si siano accodati a lui, mansueti, ammirati dalla potenza e dalla personalità del neoduce.
E' lui che è tornato, sussurrano tra loro, commossi.
Mussolini operava in un regime da lui stesso creato, di cui egli stesso era l’unico pilota, timoniere, capo, ‘dux’, come i condottieri dell’antica Roma a cui lui s'ispirava.
Berlusconi opera in un regime semidemocratico, che lui vuole trasformare in fintodemocratico, datosi che la Democrazia è oggi il regime che ogni stato cosiddetto civile ha come forma di governo. E questo per Lui è un grave inconveniente.
Ma ‘Berluschini’ sta operando da duce. Benito aveva tra i suoi gerarchi gente che gli faceva la fronda, lo giudicava ora troppo molle, ora esagerato, ora troppo protagonista, a volte persino miope e poco perspicace politicamente: Italo Balbo e Roberto Farinacci erano tra questi.
Berluschini invece non ha nessuno che lo giudichi, che lo accusi di qualcosa, se non di essere troppo buono con i giudici che sono cattivi e comunisti.
I suoi accoliti: politici, giudici – ci sono anche i giudici Berlusconiani, eccome, ma lui non lo dice, dice che sono tutti ‘rossi’ - giornalisti da lui dipendenti, non hanno il minimo ritegno al servaggio, all’obbedienza, all’essere vergognosamente proni davanti al neoduce.
Ma il neoduce – si dirà – è stato eletto in libere elezioni. Ha la maggioranza quasi assoluta e ora in Sicilia ha vinto con percentuali del 72%...
Nessuna nazione come l’Italia riflette nella sua posizione geografica la mentalità di un intero popolo: nel Referendum tra Repubblica e Monarchia la monarchia vinse in modo assoluto nel Meridione. La Repubblica vinse in modo assoluto al Nord.
Questo divario, o steccato, o spartiacque ideologico è rimasto: lo si vede nelle differenze tra il nord e il sud. Differenze storiche nel tessuto sociale, nella filosofia di vita, nel rapporto tra le
persone: che hanno determinato le differenze nell’amministrazione della cosa pubblica e privata.
Ma questa tendenza, oggi, che era prerogativa del Sud, si sta diffondendo in tutta penisola. Un ritorno degli italiani al delegare a un Uomo e a un Uomo solo il destino di una nazione.
Per noia, per qualunquismo, per delusione, per fatalismo, ma anche per l’innata tendenza italica al servaggio, all’ammirazione senza riserve per il più forte…
Ieri Berluschini ha fermato con decreto (per editto imperiale, si direbbe nella Roma antica) i venti processi che lo imputavano di corruzione. Questo decreto è compreso nel pacchetto cosiddetto di ‘sicurezza’. E’ doloroso constatare che mai pacchetto ebbe nome migliore: la ‘sicurezza’ che egli stesso diventi sempre più il neoduce degli italiani.

Gert dal Pozzo

Sunday, February 10, 2008

Elezioni subito, dunque, come ci si doveva aspettare

E senza la nuova legge elettorale che tutti dicevano di volere ma nessuno in realtà vuole perché sono i partiti a scegliere i candidati e non il popolo ‘sovrano’, in base a dei listoni di stampo fascista. Occorre riconquistare il potere e i privilegi subito, quindi, secondo i nostri politici-pascià, che navigano nello sfarzo donato loro dal privilegio, senza alcuna dignità, infischiandosene della realtà di tanta gente, dei tanti salariati abbandonati a sé stessi dalla politica e da chi i salariati e le classi deboli avevano contato per essere tenute da conto in parlamento.
Ma quanto pare c’e’ stato e (ci sarà) qualcuno che ha pensato alle classi deboli: basta leggere questo entusiasmante articolo di Mauro Montanari su Corriere d’Italia/news ITALIA PRESS:
Il Ministro della Giustizia, Clemente Mastella e sua moglie Sandra Lonardo hanno due figli, Elio e Pellegrino. Pellegrino è sposato a sua volta con Alessia Camilleri. Una bella famiglia come le altre, ma con qualcosa in più.
Per sapere cosa, partiamo dal partito di Clemente che, come i più informati sanno, si chiama Udeur. L'Udeur, in quanto partito votato dall'1,4% degli italiani adulti, ha diritto ad un giornale
finanziato con denaro pubblico.
Si chiama "Il Campanile", con sede a Roma, in Largo Arenula 34. Il giornale tira circa 5.000 copie, ne distribuisce 1.500, che in realtà vanno quasi sempre buttate. Lo testimoniano il collega Marco Lillo dell'Espresso, che ha fatto un'inchiesta specifica, sia un edicolante di San Lorenzo in Lucina, a due passi dal parlamento, sia un'altro nei pressi di Largo Arenula.

Dice ad esempio il primo:
"Da anni ne ricevo qualche copia. Non ne ho mai venduta una, vanno tutte nella spazzatura!".
A che serve allora -direte voi- un giornale come quello? Serve soprattutto a prendere contributi per la stampa.

Ogni anno Il Campanile incassa 1.331.000euro. E che fara' di tutti quei soldi, che una persona normale non vede in una vita intera di lavoro? Insisterete ancora voi. Che fara'?
Anzitutto l'editore, Clemente Mastella, farà un contratto robusto con un giornalista di grido, un giornalista con le palle, uno di quelli capace di dare una direzione vigorosa al giornale, un
opinionista, insomma. E così ha fatto. Un contratto da 40.000 euro all'anno. Sapete con chi? Con Mastella Clemente, iscritto regolarmente all'Ordine dei Giornalisti, opinionista e anche segretario del partito. Ma è sempre lui, penserete! Che c'entra? Se è bravo! Non vogliamo mica fare discriminazioni antidemocratiche.
Ma andiamo avanti.
Dunque, se si vuol fare del giornalismo serio, bisognerà essere presenti dove si svolgono i fatti, nel territorio, vicini alla gente. Quindi sarà necessario spendere qualcosa per i viaggi. Infatti Il
Campanile ha speso, nel 2005, 98.000 euro per viaggi aerei e trasferte. Hanno volato soprattutto Sandra Lonardo Mastella, Elio Mastella e Pellegrino Mastella, nell'ordine.
Tra l'altro, Elio Mastella è appassionato di voli. Era quello che fu beccato mentre volava su un aereo di Stato al gran premio di F1 di Monza, insieme al padre, Clemente Mastella, nella sua veste di amico del vicepresidente del Consiglio, Francesco Rutelli. Ed Elio Mastella, che ci faceva sull'aereo di Stato?
L'esperto di pubbliche relazioni di Rutelli, quello ci faceva!
Quindi, tornando al giornale. Le destinazioni. Dove andranno a fare il loro lavoro i collaboratori de Il Campanile? Gli ultimi biglietti d'aereo (con allegato soggiorno) l'editore li ha finanziati per Pellegrino Mastella e sua moglie Alessia Camilleri Mastella, che andavano a raggiungere papà e mamma a Cortina, alla festa sulla neve dell'Udeur.
Siamo nell'aprile del 2006. Da allora -assicura l'editore- non ci sono più stati viaggi a carico del giornale. Forse anche perché è cominciata la curiosità del magistrato Luigi De Magistris, sostituto
procuratore della Repubblica a Catanzaro, il quale, con le inchieste Poseidon e Why Not, si avvicinava ai conti de Il Campanile.
Ve lo ricordate il magistrato De Magistris? Quello a cui il ministro della Giustizia, Clemente Mastella, mandava tutti quei controlli, uno ogni settimana, fino a togliergli l'inchiesta? Ve lo ricordate?
Bene, proprio lui!
Infine, un giornale tanto rappresentativo deve curare la propria immagine.
Infatti Il Campanile ha speso 141.000euro per rappresentanza e 22.000euro per liberalità, che vuol dire regali ai conoscenti. Gli ordini sono andati tra gli altri alla Dolciaria Serio e al
Torronificio del Casale, aziende di Summonte, il paese dei cognati del ministro: Antonietta Lonardo (sorella di Sandra) e suo marito, il deputato Udeur Pasquale Giuditta.
Ma torniamo un attimo agli spostamenti. La Porsche Cayenne (4000 di cilindrata) di proprietà di Pellegrino Mastella fa benzina per 2.000euro al mese, cioè una volta e mezzo quello che guadagna un metalmeccanico. Sapete dove? Al distributore di San Giovanni di Ceppaloni, vicino a
Benevento, che sta proprio dietro l'angolo della villa del Ministro, quella con il parco intorno e con la piscina a forma di cozza. E sapete a chi va il conto?

Al giornale Il Campanile, che sta a Roma. Miracoli dell'ubiquità.

La prossima volta vi racconto la favola della compravendita della sede del giornale.
A quanto è stata comprata dal vecchio proprietario, l'Inail, e a quanto è stata affittata all'editore, Clemente Mastella. Chi l'ha comprata, chiedete?
Due giovani immobiliaristi d'assalto: Pellegrino ed Elio Mastella.

Ora qualcuno dirà ma che c’entra tutto questo con il sito di uno scrittore, o presunto tale?...

C’entra, perché mai come oggi occorre una letteratura di denuncia politica e civile, che scuota le coscienze, e induca alla rivolta. Non basta Beppe Grillo, non bastano libri come ‘La casta’, seppure efficaci. E neppure trasmissioni ‘oasi’ come Report. Occorre che gli intellettuali italiani provochino disgusto verso il nostro mondo politico. Verso la nostra società. Occorrono capitali per trasformare in film sceneggiature che parlino come fa Oliver Stone agli americani, o come Robert Redford: per quanto riguarda quest’ultimo, ottimo il recente ‘Leoni x Agnelli’ sulla guerra in Irak: un film magistrale, un cast di attori di prim’ordine: Robert Redford, anche regista e poi Meryl Strep e Tom Cruise: ecco l’impegno, la rivolta civile che in Italia n, se non in qualche tardiva e spettacolare ‘fiction’ televisiva di Canale 5 sulla mafia siciliana. Gli scrittori più letti la smettano di scrivere storie d’amore, di sesso e di morbosità varie… che scrivino della società odierna, sempre più somigliante a quella descritta da Ray Bradbury in Farenehit 451.

Ma oggi la nostra ‘rivolta’ civile è affidata, lo ripeto, alle superficiali e spettacolari fiction televisive che sono delle mini soap opere che non hanno nessun effetto sulla coscienza civile.

Ma il cinema italiano è sovvenzionato dallo stato, e quindi come sempre dalla onnipresente politica. E qui il cerchio si chiude. E allora la nostra letteratura produrrà solo opere che ci alienano dalla realtà.

Gert dal Pozzo